L’arte del bondaggio

(foto by Restrained Elegance)

PREMESSA NUMERO 1:
Questo articolo non è rivolto a tutti coloro che per partito preso considerano l’arte del bondage una questione da pervertiti. Tali persone troveranno sempre un “mento” dietro ad ogni singola parola che leggeranno di qui in avanti (ndr, se non sai cosa intendo con “mento” guardati questo video di Willwoosh sulle persone che criticano gratuitamente). Dopotutto c’è sempre stato e sempre ci sarà qualcuno pronto a scannarsi per sostenere che il vino fa schifo senza averne mai assaggiato un goccio… E voglio risparmiare loro la fatica di sprecare ore e giorni della loro importantissima vita per cercare su Google o Wiki informazioni che possano screditare questo o quello.

PREMESSA NUMERO 2:
Questo articolo non vuole spiegare niente in modo certificato o a “senso unico”. Non vuole sostenere, promuovere o vendere il bondage come fluido magico risolvi problemi di coppia, come unica fonte di arte, adorazione della donna o come novità dell’anno. Il bondage è una sottocultura complessa per spiegare la quale non basterebbe un’enciclopedia, figuriamoci un articolino su di un blog.

PREMESSA NUMERO 3:
Mi pare chiaro che il bondage qui trattato in vari punti, sia da intendersi come SICURO, SANO (nel caso si tratti di citazioni riguardanti il bondage erotico) e CONSENSUALE. Tutto ciò che ha a che fare con le corde ma che non rientra in questi punti NON è bondage. Dopotutto con un’automobile ci puoi fare un viaggio, ci puoi dormire e ci puoi anche prender sotto i pedoni, ma non per questo tutti coloro che guidano sono considerati assassini. Allo stesso modo con un’arma ci puoi fare sport tirando in un poligono, puoi difendere onesti cittadini e puoi altresì commettere degli omicidi. Tutte le cose, persino un boccone andato per traverso, possono avere valenze positive e valenze estremamente negative (Mio dio, ora non mangerò più per paura del boccone killer!).

PREMESSA NUMERO 4:
Questo articolo parte dal presupposto che l’Arte sia una forma di espressione libera da paletti e da pregiudizi ma che non per questo debba essere obbligatoriamente apprezzata a prescindere. L’Arte può essere criticata, può non piacere, può non essere capita, ma pur sempre con uno spirito di crescita che non ricada nell’accusa gratuita (vedi alla voce “mento” della premessa numero 1).

(Foto by UncleM – click sull’immagine per visitare la sua gallery)

FATTE LE PREMESSE:
Da tempo mi ritrovo quasi quotidianamente (e non è uno scherzo) a dover rispondere a domande sul bondage come se aver pubblicato due romanzi con tematiche affini e aver “citato” la mia passione per quest’arte in parecchie delle mie foto mi renda di diritto un esperto. E pensare che sono almeno tre anni che mi sono ritirato dalle scene.
La risposta a chi mi chiede “come si fa” o “cosa ti da” è sempre la stessa: il bondage non è un gioco e non può essere spiegato in poche parole tantomeno riassunto nelle pagine di un blog o di un libro. Detto questo potrei fermarmi e per l’ennesima volta rifiutarmi di darti in pasto ulteriori informazioni che potrebbero essere fraintese, ma stando sul generico e affrontando il discorso per punti, rafforzati da citazioni e cenni storici, cercherò di dare qualche spiegazione con uno spirito di ricerca che, per dirla in parole del web, potrebbe ritenersi open-source ovvero aperto verso chiarimenti ed eventuali discussioni, purché non basate sul “mento” e purché si tenga presente che questo blog tratta principalmente arte, fotografia, creatività, cultura e non argomenti erotici.

IL BONDAGE, IL WEB E LA PUBBLICITA’:
Regola numero uno, non partire a cercare spiegazioni sul significato del termine “bondage” e di tutto ciò che vi gravita intorno attraverso una banale ricerca sul web perché le prime cose che si trovano son spesso legate ai significati più inusuali e fuorvianti che vi siano. Dopotutto se cercassi il significato della parola “regalo” su un qualsiasi motore di ricerca sono convinto che i primi ad apparire sarebbero siti in cui ti “regalerebbero” delle belle fregature. Per cui a buon intenditor, poche parole. C’è sempre chi sfrutta il potere intrigante del bondage per scopi commerciali positivi o negativi che siano (a volte le pubblicità son pure belle, non trovi?). Con le foto bondage tratte dai servizi o dalle campagne pubblicitarie degli ultimi dieci anni si potrebbe metter su un intero sito da quante sono. Questo la dice lunga sul valore che questa sottocultura incomincia ad avere sulla massa.

(foto esempi di advertising pubblicitari italiani e stranieri)

IL BONDAGE E PERVERSIONE:
Il bondage è perversione o no? Ma soprattutto la perversione è per forza un atteggiamento negativo? Tenendo buona l’interpretazione che oggi si da al concetto di perversione scambiandolo con il concetto di devianza, si potrebbe pensare che la “perversione” sia un elemento negativo. In realtà il concetto in senso lato non è di per sè negativo ma indica semplicemente un atteggiamento distorto rispetto al senso comune. Qui apriamo le porte alla sociologia e all’evoluzione della società. Ciò che un tempo poteva essere considerato un atteggiamento “non comune” oggi o in futuro potrebbe non esserlo più ed è difficile stabilire quali fattori e quali cause debbano essere prese in esame al fine di decretare con certezza cosa sia “comune” e cosa non lo sia in un determinato periodo.
Oggi il concetto di perversione è spesso utilizzato per indicare devianze nel campo sessuale, devianze serie che spesso hanno a che fare con eventi criminosi. La “devianza” è però un termine a sè e non ha lo stesso significato di “perversione”. Questo crea molta confusione.
Partendo dai presupposti descritti sopra e dalla spiegazione che Sigmund Freud ci ha fornito ritenendo la perversione una tensione al puro godimento, al di là della sua accezione puramente negativa, potremmo dire che il BONDAGE inteso come arte, elevazione delle forme femminili e dell’immagine della donna, nonché amore verso la propria bondagette o verso il proprio bondagetto NON sia da incasellare come un atteggiamento PERVERSO (bondagette o bondagetto è la persona che viene bondato alias legato e si concede nelle mani del bondager alias colui che lega). Dopotutto da una ricerca condotta da studiosi dell’Università del Nuovo Galles del Sud (fonte Ansa – 25 agosto 08) su un campione di 20 mila persone si evince che di bondage se ne parla sempre più e a livello erotico viene indicato come un ottimo mezzo per rendere gli individui più felici e in armonia con il proprio corpo poiché non preclude il sesso normale. Sempre da tale studio il bondage viene indicato come una SOTTOCULTURA.

COS’E’ IL BONDAGE:
Eviterei la lunga spiegazione su cosa sia realmente il bondage: corde, bavagli, etc… Wikipedia da qualche delucidazione valida ma do per scontato che tu lo sappia.
Il bondage è una sottocultura che trae le sue origini da varie fonti. C’è chi la considera una derivazione delle tecniche orientali di imprigionamento dei carcerati che venivano legati in posizioni scomode e inusuali al fine di renderli ridicoli agli occhi del popolo, ma in realtà non esistono dati e risposte certe riguardanti la sua nascita e ognuno vi dirà la sua. E’ nato prima l’uovo o la gallina?
Il bondage fa comunque parte di quella più vasta sottocultura chiamata BDSM che comprende al suo interno il fetish, il sadomasochismo e tantissime altre sottoculture.
Occorre precisare che il bondage vero e proprio non rientra a pieno titolo nelle ramificazioni che partono dalla radice del BDSM. Mentre in queste sottoculture il bondage è un tramite, un “mezzo” per impedire il movimento del sottomesso al fine di affliggergli punizioni di vario tipo, nel bondage colui che viene bondato (alias legato) è colui che prova piacere e tale piacere non deriva dal dolore bensì dalla gioia di sentirsi “protetti” e “coccolati” da colui che in quel momento ha il compito di vegliare sul bondato.
Questo è un concetto che negli anni è stato spesso frainteso.
Il bondage per dirla con le parole tratte dalla presentazione del nuovo libro di Maestro BD e Beatrice Gigliuto (edito da Castelvecchi) “consiste esattamente nell’arte di legare lo spirito attraverso le corde, affrontando un gioco che parte dall’anima per fare i conti con il corpo”. Sempre continuando con le citazioni illustri riporto qui di seguito la risposta che la famosa scrittrice Melissa P (foto sotto) diede su Blue n°186 in un’intervista che le venne fatta dopo aver provato una sessione bondage fotografica con il mitico disegnatore Franco Saudelli (il più famoso disegnatore bondage al mondo e disegnatore di alcuni numeri di Dylan Dog). A seguito di una serie di domande in cui le veniva chiesto come si sentisse quando era legata da Saudelli, alla domanda “Come una vacanza, quindi?“,  rispose: “Sì, mi sentivo come in un centro massaggi, mi sono completamente abbandonata. Più che costretta ad un certo punto mi sentivo protetta… Io mi sentivo accudita…“.
Ecco, questo è lo spirito che sta dietro al bondage, il sentirsi protetti, amati. Sia CHIARISSIMO che non è intenzione asserire che le sottoculture che prevedono la sottomissione finalizzata al dolore o che usano il bondage in altri termini siano da bollare come negative. Quando si tratta sottoculture derivanti da uno spirito che prevede il sicuro, sano e consensuale tra ADULTI, ognuno deve sentirsi libero di sperimentare e star bene con il proprio corpo. Ma qui l’argomento è il bondage puro e sarebbe sbagliato dilungarsi su altre tematiche.
E’ stato provato da più fonti che il bondage può avere una valenza prettamente rilassante, fine a se stessa. Tale fine che ricorda un po’ quello dello yoga è però un discorso complesso da affrontare. Non esistono articoli o libri che trattino l’argomento, ma un articolino del DrFatso linkato qui (attenzione il sito che ospita questo articolo è vietato ai minori) può dare delucidazioni.
Infine c’è il bondage fotografico che si sa: “è donna“. Le corde sono atte ad esaltare le curve femminili ed è un ottimo mezzo per apprezzare maggiormente il proprio corpo.  A tal proposito ti rimando al punto “il bondage nell’arte”.

(foto di Melissa P in bondage tratta dal suo album ufficiale su Flickr)

IL BONDAGE E’ PERICOLOSO:
La risposta potrebbe essere semplicemente: sì, il bondage è pericoloso.
Non può bastare l’idea di essere appassionati, che si stia trattando di un gioco finalizzato al relax o di un servizio fotografico tra amici per sentirsi sicuri e sottovalutarne la pericolosità. Per prima cosa occorre partire dal presupposto che la persona bondata (alias legata) non è solo nelle nostre mani, ma è SOTTO LA NOSTRA RESPONSABILITA’ e chi bonda deve prestare il massimo dell’attenzione. Una persona che abbia anche solo le mani legate con un fazzoletto è comunque priva dei principali movimenti e se dovesse cadere non riuscirebbe a ripararsi dagli urti. Per questo motivo occorre trovare luoghi appropriati e stare sempre vicino a colui che viene bondato. Se per qualsiasi necessità ci si ritrovasse nell’urgenza di dover liberare il bondato occorre tenere a portata di mano tronchesine o forbici (meglio se con punte arrotondate) in grado di tagliare bene le corde. Non pensare che tagliarle sia così semplice. Sull’argomento eccoti il link ad un altro articolo del DrFatso. Allo stesso modo se la persona non può parlare bisogna stabilire un segnale che faccia intuire in modo chiaro e inequivocabile quando il bondato si trovi in una condizione di pericolo e richieda il nostro aiuto.
Ps, se manteniamo un livello di sicurezza elevato il tutto risulta rilassante e il gioco diventa realmente piacevole. Basta un attimo a passare in tragedia, ma non per questo bisogna averne timore o paura, tutto necessita di concentrazione, preparazione e sicurezza. Un esempio? Lanciarsi con il paracadute è una cosa meravigliosa, ma arrivare a terra sani e salvi è la prima prerogativa e perché questo avvenga occorre un minimo di cautela nella piegatura del paracadute e il rispetto delle norme principali per aprirlo al momento giusto.

IL BONDAGE NELL’ARTE:
Qui apriamo un discorso complesso e indipendente sia dal bondage erotico che dal bondage in senso lato. Per prima cosa occorre trovare un metro di giudizio per capire quando in una foto, in un film o in una scultura una persona legata possa far rientrare quel frame nel concetto di bondage. Così come una rondine non fa primavera, una corda non fa bondage!
Il bondage a livello fotografico si divide in foto bondage fine a se stesse, foto bondage erotiche, foto artistiche bondage e foto che potrebbero sembrare bondage ma che in realtà non lo sono. Ai primi due livelli troviamo scatti semplici, quasi sempre in sequenza e finalizzati ad esaltare tecnica e forme. Nel terzo caso, quello delle foto bondage artistiche, troviamo invece scatti prevalentemente singoli aventi una connotazione ben precisa all’interno di un cammino artistico ed espressivo come ad esempio le prime mitiche foto di Irvin Klaw (considerato il primo fotografo ad aver immortalato il bondage fine a se stesso e ad avere scoperto e reso celebre la pin-up Bettie Page mancata pochi anni fa. Alla sua carriera è stato dedicato un film, girato quando ancora era in vita intitolato The Notorious Bettie Page). Foto artistiche dei nostri giorni sono ad esempio quelle di Araki, Eric Kroll e tantissimi altri. Nel quarto livello troviamo invece tutti quei casi in cui corde e bavagli vengono usati per esprimere concetti che vanno al di là del puro bondage e che quindi non possono essere considerati scatti bondage.

(foto di Irvin Klaw. Modella Bettie Page)

Quindi la domanda che mi faccio allo specchio è: le mie foto sono bondage? Mi piacerebbe poter dire di sì, ma di fatto non lo sono. La foto bondage fine a se stessa tutto sommato è meno impegnativa e se avessi deciso di far foto di questo tipo probabilmente avrei aperto un sito a pagamento, faticato meno nel trovare concept, nell’effettuare la post produzione e guadagnato tanti soldini. Le foto presenti nel mio portfolio considerabili a tema bondage potrebbero essere due o tre ma anche in quei casi le corde sono un semplice mezzo per esprimere un concetto ben più grande come ad esempio l’impedimento e l’impotenza del genere umano di fronte alla sfida con la morte (vedi immagine qui sotto intitolata “Scacco alla Regina“). Bollare questa immagine come bondage riesce veramente difficile nonostante appaiano corde e bavaglio.

(titolo: Scacco alla regina – Tutti i diritti riservati)

Seguendo lo stesso ragionamento si può evincere che il bondage che sovente vediamo nei film polizieschi, horror o addirittura in commedie… non è da considerarsi vero bondage poiché il più delle volte viene usato per esprimere veri momenti di prigionia. Nonostante non vi sia un nesso con il bondage vero e proprio il collezionismo di pezzetti di video in cui appaiono attrici legate è un fenomeno diffuso e viene chiamato DIDCAPS o VIDCAPS (da Video Captures o da Damsel in Distress Captures).

(esempio di immagine in film horror come “Saw 3”)

(esempio di immagine in commedie come “Il Burbero”)

DOVE POSSO IMPARARE E DI CHI MI POSSO FIDARE:
Voler imparare le basi del bondage non è impossibile e va fatto con cautela e motivazione. La cosa migliore sarebbe l’affiancamento ad un bondager esperto che possa così insegnarti tutto partendo dalle basi della sicurezza, ma non è facile trovare bondager sull’elenco telefonico. Più che altro, grazie a DrFatso (che è stato uno dei primi bondager nostrani a lanciare i seminari bondage in Italia), a Maestro BD, a Hilbert e ad altri volenterosi, di bondage si sta parlando sempre più e poter apprendere nozioni ad un seminario (alias corso) con altre persone intorno da sicuramente molta più sicurezza e meno preoccupazione. In Germania, Inghilterra, America e Giappone, i workshop bondage sono diventati quasi un’abitudine (come andare a lezioni di latino americano, ndr). In altri quali Spagna e Francia stanno prendendo piede… Nonostante questo non esistono veri libri o manuali con tali scopi e non esistono tutorial utili sul web, come spesso accade per il fotoritocco, la cucina, etc… A livello bibliografico si può giusto citare il libro “BDSM, esploratori…” di Ayzad e il nuovo libro di Maestro BD e Beatrice Gigliuto, entrambi editi da Castelvecchi (di quest’ultimo non posso aggiungere altro perché non l’ho ancora sfogliato mentre il primo è un buon modo per avere una veloce infarinatura riguardante tutto il mondo che gravita intorno al BDSM). Diciamo che ci vuole una forte dose di passione, interesse e un po’ di fortuna. Ma mi raccomando diffida, diffida e quando ti senti sicuro diffida ancora un po’. Prima di lasciarti andare nelle mani di qualcuno assicurati BENISSIMO di chi sia e fallo dopo aver acquisito una TOTALE FIDUCIA in lui/lei. Questo è forse il punto più difficile ma INDISPENSABILE! Anche in questo caso non occorre però farne un dramma, dopotutto chi vuole praticare violenza ha mille altri modi per farlo, ma l’ingenuità non paga e tenere gli occhi bene aperti è una regola che bisogna tener presente in ogni singolo minuto della nostra vita!

CONCLUSIONI: Per ribadire quanto detto sopra, questo articolo non vuole insegnare o spiegare niente” in modalità certificata o a senso unico”. Le fonti citate sono state linkate ove possibile e le immagini usate sono di proprietà dei rispettivi autori. Nel caso volessero eliminarle chiedo loro di inviarmi una e-mail e lo farò quanto prima. Non è intenzione sfruttare tali immagini o usarle in modo negativo. Idem per le citazioni testuali.

Ringrazio DrFatso per alcuni appunti finali sui vari corsi e per una veloce revisione dell’articolo prima della messa online.

Ps, aggiunta del 20 gennaio 2011: un’anima graziosa che abita a Torino mi ha finalmente trovato e regalato il libro di Maestro BD che ho citato prima. Ho iniziato a leggerlo e non voglio aggiungere altro perché non l’ho ancora finito. Mi fa strano aver trovato nelle prime pagine lo stesso paragone, o quasi, con il paracadutismo. Wow, do agli autori la mia parola che l’utilizzo dello stesso esempio non è stato voluto. Di esempi ne avrei potuti fare un’infinità, chissà perché mi è proprio venuto lo stesso…

 

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facebook_messaggisofisticati copy

~ di messaggisofisticati su 17/01/2011.

11 Risposte to “L’arte del bondaggio”

  1. Grazie per questo bell’articolo sul bondage. Sei una persona incredibile Fabio, per come risci a esprimere le cose (a livello sia formale che emotivo).
    Io non ho mai voluto provare. Ma so che non è per una sorta di timore nei confronti del bondage in sé, ma piuttosto perché non ho mai voluto provare nemmeno le arti mariali che potevano incuriosirmi, o lo yoga o il paracadutismo o non so cosa altro. Boh! Son fatta così, col mio carattere del piffero. Ma se a un certo punto dico: “Mi butto!” in una cosa, allora lo faccio davvero! (qualche volta è capitato)

  2. Grazie anzitutto per avermelo fatto leggere in anteprima: come saprai, “emergo” solo ora dai deliri della febbre, e non sono stato in grado di inviarti le mie impressioni e un paio di appunti che volevo muoverti, e che ora, non ricordo neanche più.
    Complimenti, ad ogni modo, per il lavoro di ricerca e le delucidazioni.
    Personalmente, non aspiro allo “sdoganamento” del bondage più di quanto non mi aspetti che agli animali vengano riconosciuti dei diritti… ma, un passetto alla volta, chissà.

    • Son contento che tu l’abbia apprezzato e letto… Sapevo che non eri in forma per cui non ho preteso lo leggessi per forza in tempo… 😉

      • Riguardo allo sdoganamento o no, non saprei… alla fine in ogni caso ci sarebbero dei pro e dei contro. Non sono mai stato per le cose troppo di massa poiché ritengo che quando diventa una questione per “molti” in quei “molti” ci siano purtroppo anche tanti “cretini”… Ma è solo una questione di percentuali e a volte ne basta uno per far “scadere” un’intera cultura.
        Ho voluto trattare qui l’argomento bondage per mettere dei puntini sulle i ad alcune questioni legate principalmente al significato di perversione, ma appena ho iniziato a scriverlo mi sono visto costretto ad approfondire un minimo il discorso poiché non tutti potrebbero capire.

  3. Articolo molto interessante. Ammetto che quando pensavo al bondage, nonostante non lo bollassi a priori come roba da pervertiti, vedevo appagamento solo per il bodager, e sempre in un contesto di coppia (partner sessuali e nella vita). Lasciarsi legare è un gesto di estrema fiducia. A parte un eventuale eccitamento sessuale, non credevo che il bondato potesse provare altro, men che mai senso di pace e protezione.

    • Son contento che questo articolo abbia fatto chiarimento. Purtroppo il bondage e i suoi piaceri (soprattutto quelli non erotici) rimangono nascosti ai più che tendono a far sempre paragoni con la sottomissione vera e propria. In realtà il bondager è colui che il più delle volte agisce in modo “altruistico” e che “si annoia”… Tant’è che a differenza delle altre discipline BDSM dove c’è quasi sempre un ruolo permanente e stabilito (chi nasche slave alias schiavo rimane tale e chi nasce master o mistress alias padrone o padrona altrettanto), nel bondage vero è proprio sono tanti coloro che preferiscono scambiarsi i ruoli…

  4. […] il significato della parola “bondage” e di ciò che vi gravita intorno in un altro articolo in questo blog e per chi non avesse voglia di leggerselo tutto ribadisco ancora una volta che il bondage è […]

  5. […] in cui parlo con molta attenzione e rispetto di un’arte che mi piace e che seguo da anni (LO PUOI LEGGERE TUTTO QUI), lo avevo già detto… e ora non posso far altro che copiaincollarlo per i soliti privi di […]

  6. […] Ho scritto qualcosa riguardo al bondage in questo articolo: QUI. […]

  7. […] un vecchio post pubblicato nel 2011 (LINK QUI) avevo cercato di spiegare in modo scherzoso, ma esaustivo, alcune sfaccettature del mondo del […]

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