Quando circa vent’anni fa iniziai a scattare in stile “alternativo” e “concettuale” dando sfogo alle mille sfumature dark per il fetish e il bondage avevo come “meta” un magazine sul quale vedevo pubblicati fotografi che attiravano la mia attenzione “creativa”. Ambivo sinceramente a vedere prima o poi pubblicata qualche mia foto, ma mai avrei immaginato che a distanza di tempo e con la dovuta crescita artistico/professionale, potessi arrivare a vantare la pubblicazione di ben sette pagine.
È infatti con estremo orgoglio e felicità che vi segnalo (immortalando l’avvenimento in questo blog), che sono sul numero 76 di MARQUISE MAGAZINE!
Un grazie di cuore va a tutta la Redazione e alle modelle che negli anni hanno collaborato con me e si sono prestate ai miei folli progetti 😉
Faccio infatti notare, e lo scrivo come “consiglio” per chi vuole intraprendere un percorso artistico creativo attraverso la fotografia, che avere uno stile marcato come il mio, ma soprattutto non “alla moda”, fa sì che scatti realizzati più di dieci anni fa non “scadano” con il passare del tempo e riescano a convivere perfettamente con altri realizzati pochi mesi fa dando un senso di uniformità stilistica al portfolio. L’evoluzione indubbiamente c’è, ma ritengo che questo sia un vantaggio per chi, come me, non scatta costantemente a livello artistico. Avere un buon archivio, sempre pronto e utilizzabile, è una grande vetrina. Se così non fosse ci si ritroverebbe sempre limitati a dover utilizzare gli ultimi scatti riducendo di gran lunga la probabilità di veder pubblicato un proprio portfolio.
Il numero 76 di MARQUIS MAGAZINE lo potete acquistare a questo link: QUI
Il bello della fotografia è che spesso, e in modo del tutto casuale, ti mette in contatto con persone che mai ti saresti sognato di incontrare, fotografare o anche solo conoscere. Ed è ancora più bello se certi incontri avvengono grazie all’incrocio di diverse passioni e all’amore che più persone nutrono per i vari campi “creativi” quali, la scrittura, la fotografia e l’arte in generale. Devo infatti dire che è grazie alla mia dolce metà Sara e alla sua super passione per la scrittura e per la lettura, che ho avuto il piacere e l’onore di poter scattare con BARBARA BARALDI.
In realtà si è sviluppato tutto con molta calma. Ci incontrammo in modo “serio” tempo fa, durante la presentazione di un suo romanzo a Torino e lì, ci fu il modo per scambiare qualche idea e capire che il mio stile fotografico si sarebbe potuto sporare con la sua immagine di scrittrice. Sono passati due anni da quell’incontro e finalmente abbiamo trovato modo e tempo per realizzare uno shooting che ci ha particolarmente soddisfatto e che servirà anche da promozione del suo nuovo libro dal titolo “IL FUOCO DENTRO – Janis Joplin” di prossima uscita edito da GIUNTI.
Come era successo anni fa con la scrittrice e amica Cristiana Astori, abbiamo avuto modo di trascorrere una giornata in compagina, tra cocktail e piatti realizzati da Sara e di scattare diversi set con svariati capi di abbigliamento vintage che Barbara colleziona. Una figata pazzesca. Al di là dei ritratti più “semplici” e finalizzati alla promozione, abbiamo azzardato anche qualche concept prettamente in stile ettoniano e il risultato è stato stupefacente!
Vi lascio qualche preview. Era un po’ che non scrivevo sul blog ma ritenevo che fosse l’occasione giusta per farlo in modo da lasciare questo messaggio online per diverso tempo.
Cacchio, ormai sembra che passi di qui solo a fine/inizio anno per rassicurare voi tutti sul fatto che sono ancora vivo e per ricordare a me stesso i fatti salienti dell’anno messo da poco in archivio e mantenerli così nella memoria virtuale del “circo” del web.
Quest’anno ho scattato poco. Purtroppo la vita “vera” e non quella artistica, mi hanno occupato cervello ed energie e non ho così avuto lo sprint per fare molti shooting, tuttavia quei pochi che ho realizzato per estremo bisogno di esprimere la mia creatività, sono stati molto soddisfacenti.
Ringrazio come sempre coloro che mi seguono, coloro che mi spingono quotidianamente a continuare a produrre e coloro che diffondono la mia arte. Ringrazio anche quelle modelle che attendono da anni di fare uno shooting con me e che ancora oggi stanno attendendo. Il 2023 sarà l’anno giusto? Chissà? Sappiate che se non scattiamo è solo perché non mi è facile trovare il tempo e organizzarmi e quando lo trovo preferisco andare a colpo sicuro chiamando modelle o amiche che conosco già e che magari volano da me all’ultimo minuto. Vi prego, non odiatemi.
Ringrazio poi chi ha diffuso la mia arte tramite la “stampa”. In realtà quest’anno la carta ha lasciato il posto alla digitalizzazione. Penso che per la carta stampata vera e propria sarà sempre peggio. Nella mia città hanno chiuso il 90% delle edicole e per una rivista che già si trova a combattere con gli aumenti dei costi di produzione e della materia prima, diventa sempre più difficile farsi “comprare” dai lettori.
In ogni caso nel 2022 ho avuto l’onore e il piacere di essere intervistato dal PRESIDENTE del GRUPPO FOTOGRAFICO LA MOLE di Torino (il primo gruppo fotografico nel quale, parecchi anni fa, tenni la mia primissima presentazione come Ettone) per la rivista MOLEART che confezionano con estrema professionalità e che si può sfogliare gratuitamente online QUI. Sotto la cover del numero con l’intervista.
A ottobre ho invece coronato un altro sogno, quello di apparire e essere citato dalla prestigiosa testata IL FOTOGRAFO a cui fanno capo tutte le riviste fotografiche della SPREA.
Non sono stato citato sul formato cartaceo ma sono stato ospitato sul portale con un articolo dettagliato sul mio super progetto dal titolo “BEST FRIEND” (qui lo puoi leggere e vedere) realizzato in agosto con le modelle Greta e Denyse Histeria con l’ausilio dell’amico e Maestro G.B. Sambuelli. Il progetto era da tempo immemore nel cassetto. Il risultato però è andato oltre le aspettative! Ne è uscito anche un breve filmato di backstage che trovare sempre linkato nella pagina de “IL FOTOGRAFO”.
Questo è quanto. Come di consueto non mi resta che augurarvi un sereno 2023 nella speranza che sia il primo ad essere ricordato per qualcosa di bello e non solo per pandemie, guerre e crisi varie.
Eccomi qui… l’anno è quasi terminato. Questo 2021 si è presentato in modo ancora più pesante del 2020 forse perché lo stress accumulato è sempre maggiore e la speranza di vedere una luce in fondo al tunnel ancora lontana. Ma non badando alle cose super tristi, ci sono però delle cose molto belle che mi hanno dato modo di gioire in questa giostra delle emozioni.
Vi chiedo scusa se non scrivo molto su questo blog, ma se prima lo tenevo aggiornato con una certa costanza, ora lo prendo più come un semplice diario nel quale imprimere e catalogare i momenti più importanti della mia carriera fotografico/artistica nei panni di ETTONE.
Ecco qui i fatti salienti del 2021.
Per prima cosa la pubblicazione a tutta pagina sul magazine di fotografia N-PHOTOGRAPHY ITALIA (numero di ottobre-novembre) della foto scattata alla Cunene…
Seconda cosa la ripresa delle serate in presenza, seppur greenpassati e con le dovute attenzioni, presso l’Associazione Fotografica Alessandrina AFA con una nuova serata che, riprendendo il mood delle domande sulle storie di Instagram, ho intitolato “ETTONE RISPONDE”. Mi sono messo a disposizione cercando di rispondere alla domande dei partecipanti.
Terza e ultima cosa, per il momento, è la pubblicazione a tutta pagina sul magazine di fotografia FOTOGRAFARE (numero di dicembre-gennaio) della foto scattata a Greta dal titolo “DARK CINDERELLA” che è arrivata tra le dieci finaliste al concorso “FIRMA LA COPERTINA”. Non ho vinto, ma sono felicissimo del fatto che a vincere sia stata la Cunene con un suo scatto meraviglioso che si è aggiudicato il primo premio e la copertina.
Per il momento è tutto. È giunto il momento di dirvi BUONE FESTE.
Come va? Spero bene. Questi due anni diciamo “forzatamente” sabbatici mi stanno facendo bene. Mi manca la “mia” fotografia creativa, ma al contempo sto approfittando della poca socialità per leggere tutto ciò che negli anni passati non riuscivo nemmeno a sfogliare per mancanza di tempo. Sto leggendo soprattutto libri di fotografia. Trattati che portano a riflettere. Ad esaminarsi. A porsi parecchie domande.
Allo stesso tempo non voglio però perdere quel brio dettato dalla pura e insana incoscenza di chi, sapendone poco o niente, si butta a capofitto in un progetto. Questo perché il più delle volte è in quei casi che escono cose sensazionali.
Purtroppo non penso di esserci ancora arrivato. Chi mi segue su Instagram avrà comunque notato che non sono sparito del tutto. Come Ettone, a giugno, sono stato pubblicato su ben due riviste di settore: “Photo Professional” e “Foto Cult”. Questo mi fa ben sperare. Non ho perso la mano (a dire il vero sapete benissimo che facendo il fotografo di professione, scatto quasi quotidianamente).
Ettone però non è morto e devo ringraziare come sempre di CUORE la mia cara AMICA e bravissima fotografa Cunene che la scorsa settimana non solo mi ha ospitato a casa sua ma si è anche fatta fare due foto da me.
Come un buon approfittatore ho preso possesso del suo studio, della sua attrezzatura, dei suoi vestiti e di lei come modella.
Ne è uscito un soddisfacente concept dark… proprio in stile Ettone!
“Vivi e lascia vivere” è il disclaimer perfetto per questo articolo che da qualche settimana sto pensando di scrivere.
È da tanto che non scrivo un post di riflessione. Un post che parla sì, di fotografia, ma anche di altro. Per più di una volta mi sono chiesto se ne valesse la pena. Chi sono io per esprimere certe opinioni? Nessuno… Ecco chi sono…
Ma veniamo a noi… Da qualche settimana è saltata alla ribalta l’app Club House (per il momento solo per iOs). Una app che esiste da un anno circa ma che, caso strano, da quando è stata quotata tantississimissimo pur avendo pochissimi iscritti, è come esplosa (misteri della finanza). Come? Non sai cos’è Club House? Club House è un’app che sviluppa il suo mood sull’interazione tramite la sola voce. Niente foto (se non quella del profilo), niente video. Figata… Se vogliamo, possiamo dire che è molto simile a un lettore di podcast, ma live. Una app per conference calls senza l’ausilio del video. Questo è. E non spetta a me criticarla. Anzi… Ben vengano le novità. Ben venga l’originalità. Ben venga Club House.
Il motivo per cui sto scrivendo questo post è un altro.
Da qualche settimana c’è stata come una migrazione di massa di “personaggi” verso questa nuova app al fine di accaparrarsi il posto migliore. Il maggior numero di followers iniziali, per intenderci. Perché Instagram insegna che è all’inizio che si ottiene visibilità gratuita. Poi gli algoritmi cambiano, i “Boss” vogliono il big money e allora i follower e la visibilità te li devi pagare a caro prezzo.
A questo punto sorge il mio primo dubbio: A CHE PRO? Siamo veramente sicuri che correre dietro alla prima app che pare possa diventare “di tendenza” serva veramente a qualcosa? A questo primo dubbio lascio a voi la risposta.
Il mio secondo dubbio, diciamo più filosofico/sociale, nasce dal fatto che ho notato che anche i fotografi più in auge vi si sono buttati a capofitto, discutendo notte e giorno di fotografia. Qui mi tocca aprire un’altra piccola parentesi al fine di non essere frainteso. La fotografia NON è solo quella che si fa o che si vede. La fotografia è cultura. Per saper fare una foto bisogna essere curiosi, leggere tanto, guardare film, ascoltare musica e saper anche ascoltare gli altri. Se poi questi “altri” sono grandi Maestri della fotografia è tutto di guadagnato. Leggendo le bio di grandi fotografi si può capire bene quante volte quattro chiacchiere intorno ad un tavolo bevendo una birra abbiano fatto nascere grandi collaborazioni, grandi incontri, grandi committenze. E io, che tutto sono fuorché un grande fotografo, adoro tantissimo parlare di fotografia. Ne parlerei per ore. Ma il punto è che non lo faccio. O meglio, cerco di evitare di parlare per gran parte della giornata.
D’altro canto il Covid ci ha messo del suo, ha indubbiamente ridotto la socialità e non solo. I fotografi si limitano a scattare ciò per cui vengono pagati (purtroppo sempre meno). Faticano a fare test, esperienze creative soprattutto personali e avendo maggiore “tempo libero” è inevitabile che lo trascorrano sui social. Tutte le sere appaiono notifiche di dirette su Instagram. Noto un brulicare di video interviste su Youtube (con quante visualizzazioni poi?). E ditemi un po’… Di fronte a tutto ciò non vi siete un po’ fracassati i maroni (?)…
Perché è inevitabile che dopo un po’ a uno a cui piace la fotografia venga nostalgia della fotografia.
E allora mi chiedo: DOVE SONO FINITE LE FOTO? Un fotografo non dovrebbe fare per prima cosa le FOTO? O il futuro del fotografo sarà quello di fare l’opinionista o… lo speaker radiofonico?
Questo periodo di “domiciliari festivi” mi ha donato un po’ di tempo da dedicare alla lettura.
Ho avuto modo di poter riprendere quella STORIA della fotografia che già conoscevo ma che per mio difetto avevo in parte seppellito tra mille altri pensieri. Ho sempre avuto una dote innata nell’assimilare in modo diretto e stabile i concetti, ma un’altrettanto innata dote nel non riuscire a ricordare nomi e date. Ho riletto i passi fondamentali di una storia relativamente giovane, ma non per questo banale, anzi… La Fotografia ha ricoperto ruoli ben diversi a seconda delle scoperte tecniche o dei periodi storico-politico-sociologici che si è trovata ad affrontare.
Siamo indiscutibilmente di fronte all’ennesimo cambiamento. Quelli che sono stati fino ad oggi i canoni della fotografia e della figura del fotografo stanno cambiando.
L’avvento dei social network e di una tecnologia alla portata di tutti ha tramutato la fotografia in una “lingua”, in un modo di comunicare riconosciuto dalla massa, distaccandola sempre più dal ruolo più serioso ed elitario della “professione”. La mole di immagini che ogni giorno vengono scattate e condivise è enorme, diventa pertanto sempre più difficile fare una distinzione tra ciò che sia “buono”, di “valore”, etc…
Ma è veramente così necessario fare delle distinzioni?
È analizzando la storia della fotografia che si può notare con facilità come sia accaduto più volte che un certo tipo di “fotografia”, fino a quel momento considerata “canonica”, fosse sull’orlo di una crisi e quindi votata al cambiamento. Certo, analizzando le cose con il senno di poi risulta molto più facile capire come quel “cambiamento” abbia modificato il modo di concepire la fotografia e di conseguenza verso quale strada si sia evoluta, ben più difficile è prevedere il futuro, ma sono sempre più convinto che la fotografia stia per avere l’ennesima nuova vita.
Ecco… in questi giorni mi sto domandando dove stia andando la fotografia? Ci sono segnali che fanno intuire quale strada si debba percorrere?Ci sono indizi nella storia che possono agevolare il presente e prevedere il futuro?
Vi piacerebbe avessi trovato una risposta. Di sicuro lo scatto perfetto non ha più il suo “potere”. Tecnica e qualità possono ancora fare la differenza a livello professionale quando un committente richiede nello specifico una determinata immagine (ad esempio pubblicitaria), ma basta aprire Instagram per constatare che ogni giorno milioni di ottime immagini vengono postate da amatori e fotografi improvvisati. E aimè, queste ottime immagini non hanno che la miliardesima parte di quell’attenzione che avrebbero avuto in passato.
A mio avviso ciò che conterà sarà sempre e di più avere qualcosa da dire e saperlo dire in modo originale e profondo. Quando un sentimento è vero e la persona che lo esprime è altrettanto onesta con il suo interlocutore ciò che viene trasmesso ha una forza maggiore. Per questo motivo stanno tornando “di moda” i ritratti all’antica. Quei ritratti singoli, stampati, che racchiudono l’essenza in una frazione di secondo regalando l’immortalità a un momento che nell’esatto istante in cui stiamo guardando la foto è già “passato”.
Originalità e sincerità a livello artistico anche quando si affrontano temi concettuali e astratti.
Questo, a mio avviso, è ciò che farà la differenza.
Ma è un momento di transizione e specie per chi fa della fotografia la sua fonte di guadagno non sarà facile rinnovarsi, adattarsi e affrontare un nuovo cammino.
Concludiamo questo ANNO… che a chiamarlo così ci vuole del coraggio… con una bella notizia.
È infatti uscita da poco su AMAZON LIBRI, la nuova raccolta di RACCONTI DEL MISTERO dal titolo “FUORI ORARIO” della grandissima CRISTIANA ASTORI.
Avevo già avuto modo di fotografarla in stile Ettone un po’ di tempo fa, ma avere l’onore di vedere una mia foto in COPERTINA di un suo libro è qualcosa di straordinario. Se poi ci mettete anche il fatto che la modella è la mia dolce metà, abbiamo fatto “tombola” (visto il periodo ci sta come esclamazione).
Vi incollo di seguito la descrizione della raccolta e il link per comprarla sia in versione E-BOOK che CARTACEA. È un progetto particolare per cui, come Cristiana stessa scrive, la troverete online per 6 mesi, 6 giorni e 6 ore. Dopodiché VI ATTACCATE! AH AH… quindi correteeeee….
FUORIORARIO – 22 RACCONTI DEL MISTERO”, una raccolta di miei racconti pubblicati su riviste e antologie fino a oggi introvabili
FUORIORARIO è ispirato a una pellicola per me di culto, ma è anche un mood, infatti in questo triste periodo in cui i cinema sono chiusi, la raccolta è concepita come se il lettore si trovasse davvero in sala ad assistere a un film (il come lo scoprirete all’interno )
FUORIORARIO è legata alla collaborazione con un Fotografo folle, dark e geniale come Ettone con cui condivido una rara sintonia artistica, (autore qui sia della cover che del mio ritratto sul retro), e impreziosita dalla grafica cool ed elegante di un Tarantiniano Apart come Manuel Pochesci… grazie di cuore, ragazzi!
LAST BUT NOT LEAST: FUORIORARIO è una pubblicazione indipendente, ideata (e ahimè per voi, impaginata!) tutta di testa mia: è infatti un pensiero riservato ai miei lettori più affezionati e sarà quindi disponibile in edizione limitata per 6 MESI 6 GIORNI & 6 ORE su Amazon, poi il 20 giugno 2021 alle ore 6 cancellerò il link.
Anche se con un bel po’ di ritardo, passo di qui per tenere traccia, in questo diario virtuale un po’ trascurato, delle ultime novità. Ancora per un po’ troverete in edicola il numero di OTTOBRE-NOVEMBRE di Digital Camera Italy che vede una mia immagine a tutta pagina. Ebbene sì, una di quelle fatte quest’estate al fiume e che poco hanno a che vedere con il mio stile classico. Diciamo che la mia firma stilistica aka la camicia di seta, c’è… Diciamo che la luce di taglio seppur totalmente naturale, c’è… Forse viene un po’ meno il concept ironico e dark, ma ci sta… Nella vita occorre cambiare un po’… provare ad uscire dalla propria rodata comfort zone per vedere cosa succede…
Quindi, se non l’avete ancora fatto… correte in edicola.
Ettone, la risposta italiana alla domanda "Come ti chiami?", è un artista con gusto dark, gothic e bondage. Adora le scene con atmosfere fredde, ma pur sempre in grado di trasmettere un messaggio anche quando questo si presenta sofisticato e di non diretta comprensione.
Mangia, beve, dorme e fa tutte quelle cose che contraddistinguono un essere umano da un tostapane.
Per ulteriori informazioni questo non è il luogo adatto per rispondere, ci pensa già Facebook a mandare a rotoli la privacy.
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Ettone vi saluta (scrivere in terza persona fa sempre figo).
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